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Date
- 2008-10-23 (Creazione)
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Nota
GENOVA, LA DENUNCIA DOPO L'ADESIONE AL GAY PRIDE
"Sono gay: l'Udc mi ha emarginato"
"Da Buttiglione, Cesa e Casini solo un silenzio imbarazzato"
ALESSANDRA PIERACCI
GENOVA
Aveva annunciato clamorosamente la partecipazione al Gay Pride del 2008, con l'intenzione di aprire un dibattito all'interno del suo partito su omosessualità, coppie di fatto, adozioni. Ma il suo partito, l'Udc, lo ha «di fatto estromesso ed emarginato». Così martedì Alberto Villa, consigliere nazionale, ha inviato un fax a Rocco Buttiglione, a Pierferdinando Casini, a Lorenzo Cesa e al commissario regionale Rosario Monteleone, annunciando le «dimissioni irrevocabili» dalla carica e di conseguenza l'uscita dal partito. Lui che sognava di fare politica fin da bambino, che ritiene il far politica una professione «Ho partecipato alla fondazione del partito, ho collaborato per anni, ho sostenuto lealmente la li- nea di Casini, ma dopo le mie dichiarazioni in merito al Gay Pride, è seguita solo una dura presa di posizione del segretario regionale: da Roma il silenzio assoluto. Evidentemente era troppo scomodo esprimersi su un tema tanto spinoso».
«Il segretario regionale con cui avevo strettamente collaborato nell'ultima campagna elettorale per il rinnovo del Parlamento - spiega Villa - ha pensato bene di sparare a zero, senza contraddittorio, verso di me, reo, a suo dire, di non rappresentare le posizioni del partito». «Ho ricevuto telefonate di solidarietà da esponenti del Pd e del Pdl, ma dal mio partito nulla. Evidentemente era troppo scomodo esprimersi su un tema tanto spinoso, s'intravedevano rischi di turbare un elettorato in realtà assai più libero e sensibile di quanto le gerarchie di partito credano. Quello che avevo detto non meritava risposta».
«Questo - dice - mi ha dato la misura dell'incompatibilità con certe istanze».
Che cosa farà ora? «Voglio continuare a fare politica, mi accodo a chi fa battaglie da tanto tempo». Intanto, però, visto che aveva organizzato molto bene le campagne elettorali di Sandro Biasotti, Enrico Musso e Renata Oliveri (Regione, Comune e Provincia), si è offerto di collaborare all'organizzazione del Gay Pride. «Dovrà essere una festa vera, senza cartelli contro, ma solo slogan per affermare i diritti in un momento in cui in Italia appare difficile. Ed è giusto che il pride si svolga a Genova, città di sinistra, ma di una sinistra più conservatrice, meno aperta».
A Genova il Gay Pride 2009