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- 2008-12-04 (Creazione)
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Nota
È PARTITA IERI DA GENOVA LA PROTESTA CHE CULMINERÀ SABATO IN SAN PIETRO
Gay, sit in davanti all'Arcivescovado
«Il Vaticano ci vuole torturati e morti»
«Chiediamo una Chiesa dal volto meno "cattivo"»
A scelta di far partire la settimana di mobilitazione proprio da Genova, Arcigay non l’ha certo presa casualmente. La città che nel 2009 ospiterà il prossimo Pride (e confermato ieri dal Comune) è anche la città del presidente della Conferenza Episcopale Italiana, il cardinale Angelo Bagnasco; sul tema, il presidente nazionale di Arcigay, l’avvocato Aurelio Mancuso, che ieri mattina è stato presente nella sua città natale a dare il via alla protesta di fronte all'Arcivescovado di Genova e ha dichiarato «la nostra protesta serve per chiedere a Bagnasco una cinquantina di manifestanti e agli altri rappresentanti della chiesa ligure di prendere una posizione al nostro fianco per far passare all’Onu un messaggio che la richiesta di non depenalizzare l’omosessualità ha dato origine ad un vespaio di polemiche, una protesta che si è conclusa con una sconfitta per il Vaticano».
L’avvocato Aurelio Mancuso aggiunge ancora che «la nostra non è solo una protesta, ma è una richiesta di essere accolti, di non essere discriminati; in questo senso, la Chiesa cattolica, che ha fatto un lavoro grandissimo sulle questioni dei diritti umani, ora deve fare un lavoro anche sulle questioni dei diritti delle persone omosessuali. Una questione che riguarda la laicità dello Stato e il diritto umano. Non è una questione che riguarda la dottrina della Chiesa. Chiediamo una Chiesa dal volto meno “cattivo”, dal volto meno “cattolico”, più accogliente, più aperta alle persone che sono state emarginate da essa per troppo tempo».
Il presidente di Arcigay prosegue che «la protesta si è svolta in un clima di grande civiltà e di grande rispetto. Abbiamo steso i nostri striscioni sul marciapiede, non abbiamo bloccato la strada, non abbiamo fatto rumore. Volevamo solo far sentire la nostra voce in modo pacifico e non violento. Volevamo dire che il Vaticano, con le sue dichiarazioni, ci vuole torturati e morti».
L'avvocato Mancuso continua spiegando che «la nostra protesta non è contro la Chiesa, ma contro il Vaticano, contro le sue politiche discriminatorie. Vogliamo dialogare con la Chiesa, vogliamo confrontarci, vogliamo chiedere un po’ di rispetto per le nostre vite, per i nostri amori, per le nostre famiglie. Vogliamo chiedere che la Chiesa si metta al nostro fianco nella lotta contro l’Hiv/Aids, contro la violenza, contro le discriminazioni».
L’avvocato Mancuso conclude che «la nostra protesta continuerà fino a sabato, quando ci ritroveremo in piazza San Pietro per un grande sit-in che si svolgerà in contemporanea con altre manifestazioni in tutta Italia e nel mondo. Vogliamo dare un segnale forte al Vaticano: che l’omosessualità non è una malattia, non è un peccato, non è un reato. Vogliamo dire che l’omosessualità è una condizione della vita umana, una condizione che deve essere rispettata e tutelata. Vogliamo dire che la Chiesa deve essere la prima a tutelare e a rispettare i diritti umani, di tutti gli esseri umani, senza distinzioni di sorta».
La manifestazione di protesta di Arcigay a Genova è stata organizzata in collaborazione con l’Unione degli Ateisti e degli Agnostici Razionalisti, che ha partecipato al sit-in con i propri striscioni e le proprie bandiere. Il presidente dell’Unione degli Ateisti e degli Agnostici Razionalisti, il dottor Stefano Bencivenga, ha dichiarato che «la nostra partecipazione a questa manifestazione è un atto di solidarietà e di solidarietà con le persone omosessuali che sono state discriminate e perseguitate dalla Chiesa. Vogliamo dire che la nostra è una lotta per la laicità dello Stato, per la libertà di coscienza, per la libertà di pensiero, per la libertà di espressione. Vogliamo dire che la nostra non è una lotta contro la religione, ma contro il potere della religione, contro il potere di una Chiesa che vuole imporre le proprie dottrine e le proprie leggi a tutti i cittadini, anche a quelli che non sono credenti».
L’Unione degli Ateisti e degli Agnostici Razionalisti e Arcigay hanno firmato un appello congiunto che chiede al governo italiano di approvare al più presto una legge che riconosca le unioni civili e che dia gli stessi diritti e gli stessi doveri alle coppie omosessuali che sono riconosciuti alle coppie eterosessuali. L’appello chiede inoltre al governo di approvare una legge che riconosca la libertà di coscienza e la libertà di pensiero e che dia la possibilità a tutti i cittadini di scegliere il proprio orientamento sessuale e la propria identità di genere senza paura di discriminazioni e di violenze.
MIRIAM RIBALDO